Dal momento che il viaggio nella città d’arte è un viaggio nello spirito, allora bisogna riconoscere che il carattere distintivo della città d’arte, la sua evocazione e il suo charme è, prima di tutto, una questione di atmosfera. Il fascino di Mantova sono anche le rondini che gridano nei purpurei tramonti d’estate nel cielo di piazza Sordello fra le torri del Castello di San Giorgio e la cupola del Sant’Andrea. Il fascino di Mantova è anche la rosa bianca che sfiorisce, con grazia, nel giardino Pensile. Sarà per la cintura lacustre baluardo alla orribile lebbra edilizia che – da Rimini a Torino quasi senza soluzione di continuità – ha devastato la dolce terra padana. Sarà per il suo felice isolamento, per le implacabili estati e per gli inverni severi. Il fatto è che Mantova, prima di essere città d’arte, è ancora città dell’anima.
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