Tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta vede la luce il Teatro di massa del PCI. Un fenomeno particolare nel panorama teatrale italiano, unico nel suo genere, seppur debitore di esperienze simili che si sono susseguite in Europa a partire dalla fine dell'Ottocento. Nato come strumento di propaganda politica durante la campagna elettorale del 1948 si evolve in un arco di tempo assai breve, dal 1949 al 1951, e si conclude nel 1952. Il presente studio esamina il Teatro di massa del PCI come fenomeno a sé stante e parallelamente analizza modelli antecedenti che direttamente o indirettamente hanno esercitato la loro influenza: il Teatro per ventimila fascista, il Teatro del Popolo della Società Umanitaria e le esperienze più significative della Germania, della Francia, dell'Unione Sovietica e della Gran Bretagna tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Concludono l'analisi alcuni spunti di riflessione relativi al folklore progressivo, al rapporto del Teatro di massa con la regia e al legame con il cinema neorealista.
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