Matilde Motta racconta con coraggio pagine della propria vita che, invece di essere ricordi spensierati, come dovrebbero essere quelli legati all’infanzia, celano momenti di dolore e violenza. La nascita della piccola Matilde avviene in una famiglia segnata dalla perdita di un’altra bambina – Marta – col cui nome, al posto di quello di battesimo, la madre sarà solita chiamare la nuova arrivata: da qui i “due nomi” che danno il titolo a questo libro. Sarà però un altro il dolore a segnare la vita della piccola Matilde: un grave episodio di violenza carnale che verrà tenuto nascosto alla comunità di campagna per vergogna e paura. Queste pagine vogliono quindi essere un grido di denuncia: giù le mani dai bambini! Il racconto autobiografico si completa con poesie, brani in dialetto e capitoli in cui l’io narrante lascia il posto alla voce di altri personaggi, disegnando così una coralità che fa rivivere la vita comunitaria di un tempo.
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