Postumano e transumano sono diventati pervasivi. In ambito filosofico, estetico, tecnologico, letterario, sociologico, si tratta di termini forse generici ma coerenti nel significato di base. Alludono a una trasformazione epocale, a un passaggio verso una condizione che non è solo un’altra variazione sul tema dell’umano, ma la sua radicale alterazione. Che l’uomo sia destinato a un tramonto, che i segni di questo siano già incipienti, che questo passaggio vada non temuto o esorcizzato ma auspicato e preparato: queste sono alcune delle tesi filosofiche discusse nel volume. Il tema è teoricamente ed eticamente cruciale perché esso riguarda, in realtà, l’immagine che abbiamo e proponiamo dell’uomo. Questo libro analizza storia, preistoria e ideologia delle narrazioni transumaniste, che funzionano come un’ambiziosa mitologia sul potere della tecnica in nome della redenzione da una condizione umana percepita come intollerabile o addirittura nefasta. La tecnica risulta essere il surrogato di visioni religiose o ideologiche. E dunque il postumano, in una delle sue molteplici versioni, rischia di essere la vera fede comune dei prossimi decenni.
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