Autore del motto "Think globally, act locally", il biologo René Dubos affidò a questo libro il compito di trasmettere una visione creativa, illuminata e rivoluzionaria delle lotte a difesa dell'ambiente, portando la riflessione su terreni nuovi e spesso paradossali, come la miopia evolutiva di un adattamento "eccessivo" alle trasformazioni ("L'uomo può sopravvivere, moltiplicarsi e generare ricchezza materiale in un ambiente sovrappopolato, ripetitivo e totalmente inquinato purché rinunci ai suoi diritti individuali, tolleri alcune forme di degrado e non si dispiaccia a vivere in un contesto di atrofia emotiva") o come il grande potenziale degli "ambienti umanizzati", a discapito dell'inutile utopia degli ambienti naturali incontaminati, la cui devastazione considerava inevitabile. Per quanto deluso dall'inquinamento e dal degrado ambientale provocato dall'urbanizzazione e dall'uso eccessivo delle tecnologie moderne, Dubos era convinto che l'uso responsabile di scienza e progresso potesse invertire il trend distruttivo. "Un animale così umano", che vinse nel 1969 il Premio Pulitzer per la saggistica, ha rappresentato un testo di riferimento per le battaglie ambientaliste dagli anni Settanta a oggi.
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