Una meditazione teologica che mira all'edificazione dello spirito di comunione nelle comunità religiose e in qualsiasi comunità cristiana. Per essere edificatori dell'unità occorre passare attraverso una profonda capacità di autoesame, fino a sapersi "autoaccusare". Accusare sé stessi non è "qualcosa di puerile" o segnale di debolezza; è invece un atto che "presuppone un coraggio non comune per aprire la porta a dimensioni sconosciute e per lasciare che gli altri vedano al di là della mia apparenza". L'autoaccusa sfocia nella vera umiltà, che è il cammino verso Dio e che al contempo ci apre all'altro. L'autore appare particolarmente preoccupato di sradicare la mormorazione e la maldicenza che spesso mina gli ambienti ecclesiali. Questa riflessione del card. Bergoglio è il commento ad alcuni scritti sull'argomento di Doroteo di Gaza, un Padre della chiesa del VI secolo, testi che vengono riportati nel volume stesso. Con un testo di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose.
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