I nonluoghi sono quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito... Nel proporci una antropologia della surmodernità, Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.
Biografia: Marc Augé (1935-2023) è stato uno dei maggiori antropologi contemporanei. Africanista di formazione, a partire dagli anni Sessanta compie numerose ricerche sul campo in Costa D’Avorio e Togo grazie alle quali sviluppa il concetto di «ideo-logica» per designare le configurazioni che articolano i rapporti di potere e quelli di senso. Negli anni Ottanta assume la carica di directeur d’études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales i Parigi, di cui sarà a lungo presidente. Negli anni Novanta focalizza la sua attenzione sulla nostra società, elaborando quell’originale antropologia della surmodernità in cui il concetto di nonluogo assume un ruolo centrale. Autore di numerosi saggi tradotti in tutto il mondo, con elèuthera ha pubblicato: Un etnologo nel metrò, Nonluoghi, Ville e tenute, La guerra dei sogni, Che fine ha fatto il futuro? e con Jean-Paul Colleyn L’antropologia del mondo contemporaneo.
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