Nell'anno in cui si celebra il trentennale della Legge Basaglia, il diario di Gianna fornisce una originale, forse unica, testimonianza di chi ha vissuto sulla sua pelle l'esperienza della malattia mentale e, soprattutto, l'impatto duro e doloroso con la psichiatria. Più di trenta ricoveri coatti riuscirebbero a piegare chiunque, ma Gianna è riuscita, forse proprio attraverso la scrittura, a organizzare la sua personale resistenza. La storia dei suoi ricoveri obbligati e delle terapie psicofarmacologiche che non ha mai accettato e alle quali imputa l'insorgenza del suo tumore al seno, ci viene proposta con femminile sensibilità e con poesia. Ma, tra colloqui personali con Cesare Pavese e presenze spirituali che abitano la casa e svuotano il frigorifero dalle ciliegie, si esprime anche la rabbia di chi vuole proporsi come paladina di quanti, che non sono pochi, hanno attraversato le sue stesse esperienze.
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