Ci sono cose che non fareste mai. Cosi dite: né ora né mai. Sprecare una fruttuosa domenica pomeriggio negli studi di Cinecittà per partecipare a una trasmissione televisiva, per esempio. Sgomitare in autogrill durante l'esodo delle vacanze. Mettersi in coda per il giro della morte sulle montagne russe e spendere un intero stipendio sotto il giogo di figli ipnotizzati. Affrontare il pigia-pigia per l'ultimo cinepanettone, quello che vanno a vedere tutti, quello che incarna l'animo dell'italiano medio e trovarsi li con tanti italiani medi a sorbirsi l'ennesimo girovagare degli equivoci. E poi succede che vi ritrovate dentro le cose che non fareste mai. A tutti, prima o poi, succede. "E il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po' stupidi. E la risposta non è: no. La risposta è: si. Ma questo si è comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po' stupidi qualche volta nella vita. E a lasciarsi andare". Francesco Piccolo ci porta con sé alla scoperta di un paese, il nostro, dove i cliché stereotipati che etichettano precisi gruppi umani non hanno "diritto di cittadinanza". Perché non può esistere un "noi" e un "loro".
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