Tanto in India quanto in Occidente, il tantrismo è stato oggetto di pregiudizi e fraintendimenti, che spesso lo tacciavano di sinistre procedure imbevute di magia nera e libertinaggio sessuale. Il presente saggio intende quindi fare luce sulla sua origine e i suoi sviluppi, nella versione buddhista sia indiana che tibetana, delineandolo da un punto di vista storico e filosofico-religioso. L’esperienza tantrica non fu un’innovazione specifica del buddhismo, ma una realtà panindiana. Gli adepti e i praticanti stabilirono pratiche meditative, rituali iniziatici e comportamenti anticonvenzionali volti a sovvertire idealmente la comune concezione dell’esistenza e della società del tempo. I loro metodi erano finalizzati a conseguire, in seguito a un impervio cammino spirituale sotto la guida di un guru, sia poteri mondani (per distruggere forze ostili e nemici, garantirsi prosperità, buona salute e lunga vita) sia la visione diretta della natura della mente, equiparata alla vera e propria condizione di un Buddha. Questo volume, destinato anche ai lettori non specialisti, è un'introduzione alle antiche dottrine tantriche, che conservano ancora intatto il loro fascino.
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