Ogni domenica centinaia di milioni di cristiani ripetono il Credo più diffuso della Chiesa antica (detto Credo Ecumenico), elaborato nel corso del IV secolo, il cui primo articolo dice: «Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili». QuandoicristianidelIVsecolopronunciavano queste parole, possiamo presumere che sapessero che cosa dicevano. Possiamo presumerlo anche per i cristiani del XXI secolo? Dal IV secolo a oggi la cultura umana ha subito trasformazioni profondissime: diverse rivoluzioni si sono susseguite nell’esplorazione sia del macrocosmo che del microcosmo, con risultati che ci obbligano a profonde revisioni del nostro modo di vedere il nostro pianeta e noi stessi in relazione all’universo. Il libro si prefigge due obiettivi: il primo è esaminare a fondo la dottrina ebraica e cristiana della creazione, cercando di metterne in luce valori e significati, sulla sfondo anche della gravissima crisi ambientale e climatica in atto; il secondo è affrontare lucidamente la questione cruciale della possibilità o dell’impossibilità, oggi, di ripetere il primo articolo del Credo Ecumenico (riflettendo sul significato da dare, se lo ripetiamo, al verbo «creare» in riferimento a Dio).
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