Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e nello spazio, in una pluralità di società «altre», diverse tra loro ma tutte estranee alla concezione statuale propria dell'Occidente. E sta qui la contraddizione insita nell'ideale democratico occidentale, che si regge sul sogno impossibile di coniugare le pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato. Una contraddizione che impedisce la creazione di democrazie nel senso pieno del termine, consentendo piuttosto la nascita di «repubbliche» dotate di pochi elementi democratici. Il che spiega come mai in Occidente ci siano sempre state sperimentazioni sociali volte a riaccendere le istanze più autentiche della pratica democratica. E se in passato i modelli di democrazia scaturiti dalle rivoluzioni americana e francese si sono ispirati, più che all'Atene classica, alle navi pirata, ai nativi americani o alle comunità di frontiera popolate da liberti, prostitute e rinnegati, oggi sono i movimenti di critica radicale dell'esistente, fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione, a mettere in discussione le basi della nostra democrazia incompiuta. E il futuro della democrazia sta proprio lì. Prefazione di Stefano Boni.
Biografia: David Graeber (1961-2020), nato a New York in una famiglia operaia politicamente impegnata (il padre partecipa alla guerra civile spagnola come volontario nelle Brigate Internazionali), consegue il dottorato in Antropologia alla Chicago University, dove diventa prima allievo e poi amico e sodale di Marshall Sahlins. Dopo aver insegnato per alcuni anni alla Yale University, che non gli rinnova l'incarico a causa del suo attivismo politico, si trasferisce in Gran Bretagna dove insegna Antropologia prima al Goldsmiths College e poi alla London School of Economics. Autore di innumerevoli saggi e articoli, in italiano sono stati di recente tradotti Debito. I primi 5000 anni (2012), Bullshit Jobs (2018), Il potere dei re con Marshall Sahlins (2019) e L'alba di tutto con David Wengrow (2022). Con elèuthera ha pubblicato altri cinque titoli: Frammenti di antropologia anarchica (2020 n.e.), Critica della democrazia occidentale (2024 n.e.), Oltre il potere e la burocrazia (2013), L'utopia pirata di Libertalia (2021) e Dialoghi sull'anarchia (2022).
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