Dagli orti operai e famigliari coltivati nelle regioni che per prime sperimentarono gli effetti perversi dell’industrializzazione alla fine dell’Ottocento, agli orti patriottici sorti in tutte le nazioni nei periodi delle due guerre mondiali; dai community gardens, alternativi e ambientalisti, della controcultura negli anni Sessanta, alle coltivazioni pensili e alle serre verticali più recenti. L’agricoltura urbana, promossa da enti e associazioni collettive, è un tema di attualità e la sua diffusione sembra legata alla sensibilità ecologica degli ultimi anni. "Coltivare la città" mostra, invece, come la storia delle agricolture urbane sia ben più ampia: nei diversi periodi gli orti comunitari sono stati una risposta alle crisi economiche, un rimedio a problemi sociali e igienici, un sostegno alimentare durante le guerre o luoghi in cui ritrovare un rapporto con la terra. Il libro esamina la ricchezza delle pratiche della coltivazione urbana nell’ultimo secolo, storie collettive per il nostro futuro.
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