I conti col passato sovietico, il romanticismo della rivoluzione anarchica di Nestor Machno del 1918, l’infanzia felice in una unione sovietica ‘privata’, le stranezze adolescenziali, i traumi degli anni ’90 nel passaggio dal comunismo al capitalismo, politica e antipolitica, alcol e canne, risate e malinconia, grottesca ironia, indignazione e nostalgia, ma anche impegno civile, denuncia del totalitarismo, imperativo etico: tutto si aggroviglia nel flusso di coscienza di un romanzo-autobiografia, scritto nel lontano 2005 e tradotto in numerose lingue, i cui personaggi prefigurano quelli letterariamente elaborati dei romanzi più recenti di Serhij Žadan…
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