I servizi segreti americani – ufficialmente 13 agenzie – sono in realtà svariate decine di organizzazioni, non sempre note e visibili pubblicamente. Essi costituiscono il più articolato e potente sistema di Intelligence mai esistito, cresciuto a dismisura nella seconda metà del secolo scorso col fine di contrastare l’Impero sovietico, e in seguito entrato in una fase di ristrutturazione che è tutt’ora in corso. L’attentato alle due torri dell’11 settembre 2001 ha radicalmente mutato la lista di priorità dell’intero comparto di sicurezza statunitense, e ha fatto d’altro canto emergere dubbi e interrogativi sostanziali sulla sua efficienza e la sua capacità di tenere il passo coi tempi. È indubbio che gli Stati Uniti non torneranno indietro rispetto al loro indiscusso (ed enorme) primato tecnologico (satelliti, reti di intercettazione, sensori ottici, aerei spia). Ma nella Intelligence Community americana si è ormai imposta una radicale opera di revisione delle capacità di ascolto e comprensione dei fenomeni culturali e politici dell’attuale fase di turbolenza della scena internazionale. Quello che non è cambiato con l’ultima presidenza Clinton, e che non cambierà con il mandato dell’attuale presidenza Bush, è la vocazione per così dire «globale» di questo apparato, che è l’unico oggi in grado di operare ai quattro angoli del pianeta, non solo in supporto della presenza militare statunitense, ma anche come forma di diplomazia parallela. Importantissimo, ad esempio, è stato l’interno della Cia nell’avvicinare diplomaticamente il governo americano all’Olp, tanto che fino a pochi mesi or sono era in vigore un piano di pace per il Medioriente, denominato «piano Tenet», dal nome del direttore dell’agenzia. E la «guerra del Terrore» bandita da Gorge W. Bush vedrà senz’altro gli uomini delle varie organizzazioni di Intelligence americane sempre più in prima fila. Il libro è costruito come un dossier, agile e di facile letture, ma ricchissimo di notizie e dati che il grande pubblico non conosce.