Il volume che accompagna la mostra romana raccoglie un panorama selezionato di opere del giovane artista tedesco Spiridon Neven Dumont, precocemente scomparso nel 1995 a soli ventotto anni. "Cresciuto nell'ambiente culturale di Colonia, notoriamente stimolante data la presenza di artisti come Richter e Polke, e la vicinanza di Beuys nella vicina Dusseldorf, egli ne ha assorbito il nomadismo culturale e l'eclettismo stilistico, aprendosi con risultati di qualità all'esperienza della pittura e della fotografia. In entrambi i casi i due generi sono adoperati in maniera complessa, alla ricerca di una contaminazione linguistica capace di restituire il conflitto tra il soggetto e il mondo, l'io e il contesto che lo circonda. Sicuramente Spiridon ha assorbito gli stimoli del doppio versante della Transavanguardia (calda e fredda), in cui esiste partecipazione manuale, eggettività dello sguardo, senso dell'ironia, intreccio stilistico e trasparenza formale. Spiridon col suo lavoro d'intreccio, tra pittura, disegno e fotografia, si pone correttamente nella posizione di chi non può che rappresentare la contraddizione come valore della creazione artistica con processi produttivi passibili di storicità".