Il cuore di Racconti edizioni sta nel nome. Non serve sottolineare che la loro scelta editoriale viaggia intorno alla "narrativa breve", a quel mondo che spesso si dice che in Italia stenta ad avere il valore e la risonanza che merita (chi lavora nell'editoria lo avrà sentito ripetere spesso). Oltre alla scelta ardita stupisce la scelta dei titoli, azzeccatissimi e necessari. In soli tre anni Racconti è diventata una delle case editrici indipendenti più interessanti in assoluto. Nel 2018 sono riusciti a portare un loro autore esordiente, Elvis Malaj, nella dozzina del Premio Strega, e ottenere molti altri riconoscimenti, attestazioni del valore che stanno aggiungengo al panorama editoriale italiano. Racconti edizioni: libri e successi del 2018 Abbiamo deciso di intervistare Stefano Friani, co-editore di Racconti assieme a Emanuele Giammarco, traduttore di Appunti da un bordello turco e di La mia guerra segreta di prossima uscita, entrambi scritti dall’irlandese Philip Ó Ceallaigh. Scrive di libri e dintorni su Altri animali, minima&moralia e il manifesto. Ma qui risponde alle nostre domande, prima di tutto ci racconta cos'è successo nel 2018: S: Racconti nel 2018 ha pubblicato sei libri. Nella cedola primaverile sono usciti: Non chiamarmi col mio nome che coinciso con la riscoperta di James Purdy, anche grazie alla bella introduzione commissionata a David Means; Il vizio di smettere del decano dei giovani raccontisti Michele Orti Manara, finalista al premio Settembrini; Fantasie di stupro di Margaret Atwood, un libro dell’autrice di The Handmaid’s Tale e Alias Grace per il quale si sono spesi in molti, tra cui Loredana Lipperini e Michela Murgia. Mentre d’autunno, abbiamo dato alle stampe: Ovunque sulla terra gli uomini, acclamato esordio dell’absolute beginner Marco Marrucci, che ha trovato le lodi di autori come Filippo Tuena, Giordano Meacci e Danilo Soscia, tra gli altri; la seconda raccolta di racconti di Eudora Welty, Un attimo immobile, sempre nella immacolata traduzione di Isabella Zani; e infine, la chicca di Novelle disincantate di Jacques Bens, primo segretario «definitivamente pro tempore» dell’OuLiPo e amico personale di gentaglia come Calvino, Perec e Queneau nonché Gouncourt per il racconto. Racconti edizioni: l'intervista Tabook: Tre parole per descrivere l’anno concluso. Stefano: Sono molto scarso nei three words challenge, me ne accorgo ogni volta che mi trovo a commentare le partite del mio Fulham nella three words review di Fulhamish. Ci provo: Poteva annà peggio. T: Tre parole per esprimere i buoni propositi per l’anno nuovo. S: Potrebbe annà meglio. T: Il 2018 è un lontano ricordo o è ancora qui? Cosa è rimasto in sospeso e cosa si può dire felicemente (o non) concluso? S: Per Racconti è stato un anno abbastanza malmostoso che ci ha visto diventare gli editori di Margaret Atwood e James Purdy (chi l’avrebbe mai detto?). Ci ha fatto scoprire, assieme ai lettori, un formidabile umorista come Jacques Bens e nuove voci che si affacciano sul panorama letterario italiano come Michele Orti Manara e Marco Marrucci. Abbiamo ritrovato una vecchia conoscenza, la signora del racconto: Eudora Welty. Bring on 2019. T: Quali sono state le più grandi soddisfazioni dell’anno passato? S: Aver contribuito a rilanciare internazionalmente la figura di James Purdy le cui opere hanno sempre goduto di maggior fortuna in Europa che non in patria. Il prossimo mese uscirà la seconda raccolta di questo gigante del Novecento e non solo, con una postfazione illuminante di Giordano Tedoldi, un suo accolito di lungo corso. In questo momento vengono ristampati i suoi romanzi negli Stati Uniti (uno proprio con uno scritto di Tedoldi) e i suoi drammi finiscono a teatro nel West End di Londra. Personalmente, avendo curato la selezione dei racconti, mi sono toccate in sorte due bellissime presentazioni, una milanese e una romana, con Luca Briasco, il succitato Tedoldi e Stefano Gallerani, e sono incontri a cui serbo un posto speciale nel mio 2018. Un briciolo di questa riscoperta tempestiva di Purdy è dovuto anche a Racconti ed è un merito che ci teniamo ben stretto. T: Siamo agli inizi del 2019. Entro la primavera ci sono soprese in arrivo? S: A febbraio sarà il turno di A casa quando è buio di Purdy, mentre a marzo e aprile usciranno due libri su cui puntiamo moltissimo: il lungamente atteso La mia guerra segreta di Philip Ó Ceallaigh, con il cui primo libro aveva fatto il suo esordio proprio la casa editrice, e Felicità, come fosse acqua di Chinelo Okparanta, una scrittrice nigeriana-statunitense che con queste moderne fiabe africane ha vinto numerosi premi e si è ritagliata l’ammirazione di scrittori come Mohsin Hamid, tra gli altri. Philip sarà parecchio in giro per l’Italia in questo periodo: per ora di sicuro a Milano a Book Pride sarà assieme a Marco Rossari per presentare il libro venerdì 15 marzo, mentre il sabato saremo a Bologna dagli amici della Confraternita. T: E guardando ai prossimi dodici mesi? Qual è la meta da raggiungere entro dicembre 2019? Cosa si devono aspettare i lettori per quest’anno? S: Diciamo che a maggio, in concomitanza col Salone del libro, uscirà una nuova collana dedicata precipuamente alle novellas, i racconti lunghi da leggere in una sola seduta, magari su un treno non esattamente ad alta velocità. I libri con cui debutterà Scarafaggi, questo il nome della collana, saranno due testi intrigantissimi e inaspettati: La casa della fame, di Dambudzo Marechera, «il Joyce africano», un poeta maledetto morto in miseria dopo un breve successo a soli trentacinque anni; e La parabola dei ciechi, del tedesco Gert Hofmann, con un brano introduttivo di Luciano Funetta, che è stato un po’ il deus ex machina dietro quest’operazione. Se La casa della fame è una fluviale cronaca allucinata e onirica della disastrosa avventura rhodesiana attraverso l’ecatombe umana e personale di uno sbandato io narrante, La parabola dei ciechi è una ekphrasis in cui Hofmann immagina i ciechi ritratti da Bruegel il Vecchio nel quadro omonimo che vanno a farsi dipingere dal pittore in una sfida di scrittura niente male: descrivere le emozioni e le sensazioni di questi sei personaggi in cerca d’autore con la privazione sensoriale della vista. I libri di questa nuova collana saranno sempre raccontiani, per così dire, ma con un tocco di colore in più. Una lunga intervista per omaggiare una delle case editrici da tenere maggiormente sott'occhio. Una lunga lista di novità ci attende, una lunga lista di racconti, che nel 2019 ci terranno compagnia con la qualità a cui ci ha ormai abituato Racconti. Trovi tutti i loro titoli sul nostro catalogo a questa pagina