Proseguono le nostre interviste alle riviste letterarie. Abbiamo contattato Il rifugio dell'ircocervo per farci accompagnare dentro il loro mondo, fatto di interviste, articoli di approfondimento, recensioni, ma anche e soprattutto racconti. Racconti lunghi, tra le ventimila e quarantamila battute, in controtendenza con il fascino della brevità che imperversa recentemente su social e non. Ci hanno incuriosito subito e gli abbiamo sottoposto qualche domanda per cercare di carpire gusti, motivazioni e consigli. Ci hanno riposto Loreta Minutilli, direttrice editoriale e Sonia Aggio, caporedattrice. Buona lettura! Il rifugio dell’ircocervo. Il significato stesso del nome ha a che fare con mondi e animali mitologici, come ribadisce il sottotitolo del blog. Recentemente si registra, soprattutto nella letteratura per bambini, una diminuzione del “fantastico” a discapito di storie pregne di realismo. Secondo me è una tendenza anche della letteratura per adulti. Quanto fantastico c’è nei racconti che ricevete? Voi che leggete tanta narrativa, lunga e breve, riscontrate questa mancanza? Se sì, secondo voi questa assenza ha delle conseguenze? S.A.: Negli ultimi mesi abbiamo avuto l’opportunità di leggere quasi 200 racconti, ed effettivamente il realismo la fa da padrone. Anzi, più che il realismo in toto, c’è una predilezione per alcuni temi: ho perso il conto dei racconti incentrati sul fallimento delle relazioni (storie d’amore e non), racconti cinici su precariato e disagio esistenziale. All’inizio mi aspettavo più varietà, ma credo che questa situazione possa cambiare in futuro. Ho apprezzato molto, nel manifesto della rivista, una dichiarazione di gradimento delle scritture lunghe, di conseguenza anche delle letture che implicano un tempo più dilatato. Come si coniuga questa scelta con i ritmi dettati dalla tecnologia? S.A.: La nostra scelta deriva innanzitutto dalla volontà di offrire un’alternativa ai racconti brevi, generalmente prediletti dalle riviste letterarie, e di dare spazio a lavori di tutto rispetto che non vengono pubblicati perché troppo lunghi. Certo, lavoriamo su una piattaforma contraddistinta dalla velocità: siamo assuefatti ai messaggi brevi, allo scrolling distratto e ossessivo al tempo stesso. L’ircocervo si muove nella direzione opposta. Vogliamo smentire l’idea che il pubblico sia incapace di concentrarsi su un testo lungo. Crediamo nel potere della letteratura di attirare e mantenere alta l’attenzione dei lettori. Avete diverse e interessantissime rubriche dedicate ad aspetti dell’editoria che spesso non vengono messi sufficientemente in luce, come la traduzione, lo scouting, l’editing e soprattutto fate tanto approfondimento, citando fonti e inserendo note in fondo all’articolo. Una modalità di gestire un blog che sembra più simile a quella di una rivista cartacea di settore. Come costruite il vostro piano editoriale? L.M.: Il blog nasce prima di tutto con l’idea di dare spazio alle parti meno chiacchierate del mondo dell’editoria, che spesso coincidono con quelle più interessanti per un aspirante esordiente, e poi come luogo di approfondimento e discussione su autori, libri, generi e letterature insolite, nascoste, che necessitano studio e quindi a volte persino note in fondo all’articolo. Si può dire quindi che questi due aspetti sono parte fondante del progetto ed è fondamentale per noi dedicarvi più impegno possibile. Tuttavia, tutti i nostri collaboratori decidono in autonomia il tema di ogni articolo: la linea editoriale è, più che una prescrizione, una fonte di ispirazione da cui trarre spunto per pianificare letture e interviste. Avete monitorato alcuni Premi, a cui avete dedicato anche delle rubriche. Quali sono le ragioni per cui consigliereste ai lettori di seguirli? E quali sono secondo voi quelli che rappresentano meglio i vostri gusti letterari? L.M.: Fino a questo momento abbiamo monitorato principalmente il Premio Strega e il Premio Campiello, che rappresentano forse i due riconoscimenti più significativi per gli autori italiani oggi. Quest’attenzione è iniziata quando abbiamo iniziato a seguire da vicino la letteratura italiana contemporanea ed è legata al desiderio di avere uno sguardo d’insieme sul panorama editoriale e sulle tendenze, anno per anno. Tuttavia da quest’anno abbiamo deciso di dedicare meno energie a questi due premi per concentrarci su uscite più di nicchia, magari passate in sordina rispetto alla visibilità che viene proprio dai riconoscimenti e più inclini anche ai desideri di lettura personali di ognuno. Quanto ai gusti, è difficile dirlo: personalmente non credo di aver letto abbastanza finalisti del Premio Strega negli ultimi anni per esprimere un giudizio, ho invece letto abbastanza finalisti al Campiello e raramente li ho trovati deludenti. Nella pagina dedicata alla redazione ci sono diverse bio. Siete tanti, e ognuno si presenta con un quadro. Questa volta nessun animale mitologico, ma dipinti, i cui titoli diventano le firme con cui vengono pubblicati gli articoli. Come mai questa scelta? L.M.: La scelta di usare i quadri come avatar è nata quasi per scherzo quando eravamo solo in due a scrivere per il blog ed è poi proseguita fino ad adesso. All’inizio, quando eravamo timidi, lo pseudonimo era un modo per nascondere la nostra identità e sentirci più sicuri nell’oceano del lit-web, con il tempo invece abbiamo iniziato ad aggiungere i nostri veri nomi in calce ad ogni articolo e quindi quella dei quadri è rimasta una tradizione a cui siamo affezionati e che ormai ci contraddistingue, e che ci piace quindi portare avanti. L’estate equivale a settecentomila articoli sui consigli di lettura per l’estate. Anche se siamo sul finire dell’estate avete in mente qualche titolo da regalare ai lettori di Tabook? S.A.: Per l’estate 2019 mi sento di consigliare Circe di Madeline Miller, che raggiunge un perfetto equilibrio tra gli elementi del mito e sentimenti più moderni. Come amante dei romanzi storici, consiglio inoltre Il gioco di Santa Oca di Laura Pariani, che è anche uno dei finalisti del Campiello di quest’anno. L.M.: Consiglio Persone normali di Sally Rooney: una lettura avvincente, perfetta sotto l’ombrellone, secondo me godibile per parecchi tipi di lettore.