Il 12 luglio del 1904 nasceva a Parral, in Cile, Neftalì Ricardo Reyes. Colui che poi diventerà famoso in tutto il mondo come Pablo Neruda. Scelse questo pseudonimo in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891) cantore della povera gente. La famiglia di Neruda era modesta e lui trascorse l'infanzia nel malinconico e selvaggio sud del Cile. Frequentò le scuole fino al liceo nella cittadina di Temuco e poi l'Università a Santiago. Dal 1926 al 1943 girò il mondo come rappresentante diplomatico del suo paese, nel'36-37 visse l'esperienza della guerra civile spagnola non soltanto da spettatore interessato. La scoperta della Spagna fu per Pablo un fatto di estrema importanza. Neruda rivoluzionò la letteratura spagnola, divenendo paladino della "poesia impura", opponendosi alla linea purista di Juan Ramon Ramirez. Nella guerra civile prese posizione a favore della Repubblica aggredita, fu scosso dalla tremenda fucilazione di Garcia Lorca e con Cesar Vallejo, poeta peruviano, fondò il Gruppo ispano-americano d'aiuto alla Spagna. (Continua a leggere dopo il video) La guerra civile determinò un mutamento profondo nell'animo, nelle convinzioni, nella cultura e nella poesia del poeta che divenne sociale e di lotta politica, di sostegno e di esacrazione, di speranza e di rabbia, una poesia diremmo d'azione. Cessata la guerra civile e sconfitte le armi repubblicane tanti spagnoli furono costretti all'esilio, morirono fucilati o in carcere, e quel "legame materno" con la Spagna si fece per Pablo drammatico. Nel 1944 tornò in Cile e s'iscrisse al partito comunista cileno: venne eletto senatore. Dal '48 al '52 fu perseguitato e costretto all'esilio per la sua presa di posizione contro il neodittatore Gonzalez Videla. Questo fatto lo portò a viaggiare ancora per il mondo. Nel 1971 viene insignito del Premio Nobel per la Letteratura, nel 1973 torna in Cile e in nello stesso anno muore a Santiago subito dopo il colpo di Stato del generale Pinochet. (Continua a leggere dopo il video) Nell'area poetica Neruda entra con l'impeto del suo istinto sfrenato e barbaro e viene definito da Lorca un poeta più vicino al sangue che all'inchiostro. Fin dall'inizio la sua azione letteraria appare condotta contro il modernismo, contro le forme placate o addirittura immobili dei modernisti, contro il conformismo letterario di quella scuola. La poesia di Neruda è stata definita neoromantica, il poeta si pone di fronte alla realtà e se ne autoproclama interprete completo e assoluto. Per lui anche quando negata la realtà darà segni della sua presenza; anche quando respinta lascerà tracce. Una malinconica rinuncia, un bene perduto, l'eterna rovina, l'infinita disgregazione: questo sono la morte e la vita agli occhi del poeta. La consolazione è nella lotta e nella poesia, considerata l'unica possibilità di acquisizione della realtà, l'unica vita momentanea nella lenta e incessante morte. Ma ogni suo inno alla morte sembra essere sempre assai vicino a un inno alla vita. La poesia di Neruda è ancora oggi letta, studiata, diffusa in tutto il mondo e in ogni lingua. E nessuno riesce a restare indifferente di fronte ai suoi versi. Il film "Il postino" di Massimo Troisi ha poi contribuito a fissare nell'immaginario collettivo un uomo e un poeta unico. "Per il mio cuore basta il tuo petto, per la tua libertà bastano le mie ali. Dalla mia bocca arriverà fino in cielo ciò che stava sopito sulla tua anima."