Per il progetto "La voce degli studenti", Valeria De Rosa ci racconta il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald: "Il grande Gatsby" (Minimum Fax) Un libro semplice, asciutto e accattivante è quello scritto da Francis Scott Fitzgerald, uno dei più grandi autori del Novecento. Una storia dalla trama semplice e poco contorta: Nick Carraway, voce narrante del libro, impiegato in borsa, è un uomo umile, gentile, che sin dai suoi primi anni giovanili è stato educato a non avere alcun tipo di pregiudizio nei confronti delle persone. Trovatosi ad affittare una casa nella zona meno alla moda della New York degli anni ’20, West Egg, egli si scopre incuriosito dalla casa che abita proprio accanto alla sua: quella di Jay Gatsby. L’autore ci introduce sin da subito nella realtà americana del dopoguerra fatta di sfarzi, lusso, feste, case costose, soldi ma allo stesso tempo pregna di falsità, corruzione, interesse materiale, adulterio. I personaggi che vengono presentati sono pochi, ma ognuno ha il proprio ruolo fondamentale: Gatsby è il protagonista indiscusso del romanzo. Gatsby incarna perfettamente tutte le sfarzosità e gli eccessi tipici degli anni ’20 negli Stati Uniti. È un uomo dotato di un fascino ammaliante, piuttosto misterioso e introverso, circondato da mille persone ma in realtà costantemente solo, determinato ad ottenere ciò che desidera di più al mondo, ostinato, che non si ferma di fronte agli ostacoli ma soprattutto desideroso. Desideroso di riavere con sé l’unica cosa che abbia mai desiderato davvero e per la quale farebbe ogni cosa: la sua amata Daisy. Nick Carraway dà voce a questo romanzo ed è il personaggio principale: è un giovane uomo piuttosto semplice, dalle poche parole, anch’egli introverso e tipicamente moralista. Durante il corso delle vicende si nota in Nick una crescita esponenziale che lo porterà ad essere da uomo ingenuo, inesperto, innocente ad un uomo deciso, maturo, cresciuto che sa cos’ha davanti. Un altro personaggio rilevante è Daisy Buchanan la donna “irragiungibile”. Questa all’inizio del romanzo appare come una donna estremamente ingenua, dalla personalità indecifrabile. Solo in seguito si capirà di quanto sia una donna interessata solo al possesso di soldi, che non ama in realtà nessuno se non la ricchezza che tanto brama. Il marito, Tom Buchanan, è il tipico uomo adultero, odioso e insolente. Vi sono altri personaggi piuttosto secondari ma comunque di rilevante importanza quali Jordan Baker, Myrtle Wilson. Durante l’inizio di un’estate, Nick prende parte a cena con sua cugina Daisy Buchanan e suo marito Tom. La storia ha davvero inizio durante questa serata, quando Nick e i due coniugi cominciano a frequentarsi e a riscoprirsi. Egli scoprirà, lo si evince sin dalle prime pagine, che Tom ha un’amante e che Daisy ne è a conoscenza, ma lei sembra non essere sfiorata dall’intenzione di lasciare il marito. Un dettaglio che solo alla fine del libro avrà una concreta funzione, in quanto ci farà individuare finalmente la vera personalità di Daisy: l’essere profondamente avara. In seguito Nick viene curiosamente invitato ad una delle famosissime feste di Gatsby, nella quale si presentano persone famose e non, di ogni ceto sociale che non perdono occasione per poter sparlare del padrone di casa, Gatsby, il quale aveva un passato ignoto e misterioso. I due successivamente instaurano un rapporto particolare definibile come “amicizia”. Nick infatti alla fine del libro si rivela l’unico vero amico di Gatsby, profondamente segnato e cambiato a causa degli avvenimenti che vi sono stati. (Continua a leggere dopo la foto) Resoconto personale Il Grande Gatsby, un libro di pochi capitoli, a mio parere è un libro sotto ogni aspetto accattivante, coinvolgente, emozionante. Inizialmente si hanno delle difficoltà nell’entrare nell’ottica degli anni ’20, ma ben presto i personaggi e la storia ti catapulteranno in un mondo completamente estraneo. Lo stile di scrittura dell’autore ti cattura sin dall’inizio grazie alla cura nella scelta dei vocaboli che sembra suonino perfettamente accostati l’uno accanto all’altro. I dialoghi sono pochi e coincisi, diretti e tutti importanti ai fini della trama. Un aspetto che mi ha lasciata esterrefatta è come la società di quasi un secolo fa non sia affatto cambiata: tutti giudicano e sono giudicati, non importa in che contesto ci troviamo. Ho giudicato questo libro come un inno all’infelicità, alla solitudine che incombe inevitabilmente su ognuno di noi ma allo stesso tempo alla speranza che è sempre l’ultima a morire. Un romanzo realistico, veritiero, privo di alcun tipo di censura, puramente crudo e inaspettato che alla fine, forse, ti lascia un po’ con l’amaro in bocca. Un libro costantemente basato sull’apparenza che proprio alla fine va a sfumare fino a mostrare ciò che si cela dietro: quanto si possa essere fragili e allo stesso tempo quanto il potere e la ricchezza non ti danno ciò che realmente si necessita: l’amore. (Continua a leggere dopo la foto) Domande 1) In quale dei diversi personaggi che vi sono nel romanzo si rispecchia di più? 2) Se dovesse scegliere un solo personaggio da salvare, quale sarebbe e perché? 3) Per quale ragione non ha voluto dare un lieto fine al romanzo? 4) Se non avesse scelto di far morire Gatsby alla fine del libro, avrebbe deciso di uccidere un altro personaggio? Se sì, perché? 5) Lei crede che l’ambientazione del romanzo, quindi la sfarzosa New York, sia fondamentale ai fini dello svolgimento della trama o al contrario sono irrilevanti? Valeria De Rosa [Puoi acquistare questo libro CLICCANDO QUI!]